A settembre con la fine dell’estate, la maggioranza delle persone abbandona i giorni di relax e di pace per tornare a confrontarsi con la vita quotidiana fatta di impegni, scadenze, attività e routine che per un periodo più o meno breve avevano momentaneamente lasciato alle spalle.
Il mare, la montagna, la città esotica sembrano sempre più lontani mentre il rientro in ufficio o a scuola si avvicina… ed ecco che fa capolino una sensazione di tristezza mista a malinconia ed ansia, un malessere psicologico a cui viene dato il nome di Sindrome post vacanze o Depressione post vacanze.
La sindrome da rientro definita anche “post-vacation blues”, è una condizione di malessere psicologico e fisico molto diffusa che si sperimenta quando termina il periodo di vacanza.
Non si tratta di una vera e propria malattia ma di un processo di ri-adattamento alla nostra quotidianità che, in alcune occasioni, può creare difficoltà e sintomi spiacevoli che possono ricordare quelli di una depressione.
Quali sono i sintomi della depressione post-vacanza?
I sintomi sono diversi a seconda della persona, in generale possono comprendere:
- sensazione di spossatezza e affaticamento;
- difficoltà di concentrazione;
- mal di testa;
- dolori muscolari;
- disturbi della digestione e del sonno;
- irritabilità;
- ansia;
- sbalzi d’umore;
- malinconia e tristezza;
- senso di vuoto.
Nella maggior parte dei casi la sindrome post vacanze si risolve spontaneamente nell’arco di una settimana quando, piano piano, i sintomi iniziano gradualmente a scomparire perché la persona si riabitua naturalmente ai ritmi della vita di tutti i giorni.
Alcune volte purtroppo questo non succede e qualora i sintomi dovessero persistere è necessario rivolgersi ad uno specialista.
Come mai si prova la depressione post-vacanza?
Le cause della sindrome post vacanza possono dipendere da diversi fattori tra i quali:
- rientrare al lavoro in un ambiente ostile o che ci carica di stress ed ansia;
- riprendere un percorso di studi che non ci gratifica o che non sentiamo più nostro;
- ritornare in un ambiente sociale che viviamo come limitato e con poche possibilità di appagare le nostre curiosità ed interessi;
- ritrovarsi a dover rinunciare a degli spazi per noi stessi che durante la vacanza avevamo imparato a costruirci.
Ma è davvero così raro ritrovarsi in questa situazione?
Secondo un recete studio dell’ American Pyschological Association (2018), gli effetti positivi delle ferie sono decisamente superficiali infatti circa 2 persone su 3 affermano che, rientrando al lavoro, i benefici scompaiono immediatamente (24%) o dopo pochi giorni (40%).
Quasi la metà delle persone intervistate ha dichiarato di dover affrontare, rientrando dalle vacanze, non solo il carico di lavoro accumulatosi, ma anche i problemi che si sono verificati nel frattempo.
Secondo Claudio Mencacci, psichiatra e “past president” della Società Italiana di Psichiatria, in Italia la sindrome da rientro colpisce “circa il 35% della popolazione, con maggior incidenza tra i 25 e i 45 anni” – più di un italiano su 3 rischierebbe di soffrire il rientro, a tal punto da somatizzarlo.
A cosa prestare attenzione per evitare la sindrome post-vacanza
Quali possono essere i segnali a cui prestare attenzione e che ci possono aiutare a prevenire gli effetti negativi quando rientriamo dalle nostre vacanze?

Le origini del malessere possono essere diverse e variano da persona a persona, qui di seguito iniziamo a vederne alcune:
- IL CAMBIO DI ABITUDINI: orari, impegni ed obblighi tornano ad essere all’ ordine del giorno portandoci ad abbandonare le abitudini da “vacanziere” per tornare a quelle tipiche del lavoratore, genitore, moglie o marito.
É davvero importante perciò diventare consapevoli di come poter continuare a coltivare degli spazi per noi stessi così come abbiamo fatto durante le vacanze. Integrare le attività che ci hanno fatto stare bene ed adattarle ai nostri ritmi ed ai nostri impegni quotidiani.
- ASPETTATIVE MANCATE: Le ferie non sono andate così bene. Le abbiamo attese tanto ma non sono andate come speravamo e il rientro al lavoro è ancora più duro perché ci sentiamo insoddisfatti e frustrati. Imparare a vedere cosa sia successo e come mai le nostre aspettative non siano state esaudite, ci aiuta meglio a capire quali bisogni non sono stati pienamente soddisfatti (es. volevamo riposarci ma la località che abbiamo scelto non ci ha consentito di allontanarci dal caos e dallo stress).
In questo modo possiamo essere più attenti alle nostre necessità e possiamo inserire ciò che ci fa star bene non solo durante le vacanze, ma anche nella quotidianità.
Possiamo imparare ad accettare situazioni che non combaciano con quelle che sono le nostre aspettative ed utilizzarle per sviluppare una maggiore consapevolezza di noi stessi e dei nostri reali bisogni.
- IL “CIRCOLO NEGATIVO” ILLUSIONE, DELUSIONE, DEPRESSIONE: In generale lo schema che porta a sviluppare sintomi depressivi è in genere il seguente: mi illudo che le cose andranno in una certa direzione, mi deludo perché questo non accade o almeno non accade secondo quelle che sono le nostre aspettative e finisco con il deprimermi perché penso di aver sprecato il mio tempo ed un’occasione per poter essere felice.
- SENSO DI COLPA PER GLI ECCESSI: Il senso di colpa per gli eccessi delle ferie ti fa sentire male, sai di aver esagerato, di non aver rispettato delle regole che ti eri prefissato soprattutto se tendi a voler avere sempre tutto sotto controllo.
Anche qui è importante comprendere che non è sempre necessario essere rigidi ed iper-controllanti ma che invece, imparare a lasciarsi andare di tanto in tanto, può portarci ad un miglior equilibrio ed una visione più sana della realtà.
- RIENTRO PRESSO UN AMBIENTE LAVORATIVO NEGATIVO: Il lavoro che facciamo non ci piace, l’ambiente è ostile. Di conseguenza è molto probabile che la nostra mente faccia fatica ad accettare l’idea di dover riprendere con la solita routine.
Il discorso è diverso invece per chi vive il proprio lavoro come un elemento gratificante e significativo della propria esistenza; il rientro avrà una connotazione positiva e si farà decisamente minor fatica a ritornare alla routine lavorativa, perché si associa il piacere a quella che è la propria attività.
Come ridurre o eliminare l’impatto della sindrome da rientro
Le nostre aspettative e come viviamo quello che ci accade influenza i nostri pensieri e stati d’animo.
Riuscire a rivedere cosa ci ha fatto stare bene, descrivere quello che abbiamo provato e vissuto, riportare alla mente i luoghi delle vacanze appena concluse, ci dà la possibilità di andare un po più a fondo nelle nostre esperienze, imparando a riconoscere ciò che ci procura benessere e che può continuare a farlo anche a vacanza terminata.

Prima di tornare alla routine quotidiana possiamo dedicare qualche momento al seguente esercizio: prendi liberamente degli appunti riguardo cosa ti ha fatto stare bene durante le vacanze, fallo senza cercare un ordine ma lasciando uscire i tuoi pensieri, rievocando sensazioni, immagini e suggestioni che ti porti dalla vacanza. Prova a scrivere senza cercare in nessun modo di dare un senso logico a quello che esce ma, ponendoti come un semplice osservatore.
Lasciare emergere tutto quello che esce in modo spontaneo durante questa esperienza di “scrittura creativa”, ciò ti permette di utilizzare la spontaneità al posto della logica per dare il giusto valore ad attività che ti hanno fatto stare bene e che altrimenti potresti dare per scontato.
Scrivere inoltre ti permette anche di imparare a cogliere elementi comuni nelle esperienze che ti hanno fatto stare bene e portarle consapevolmente nella quotidianità senza per questo doverla stravolgere.
Ad esempio: stare sul letto senza far niente di particolare e perdendo il senso del tempo che passa, oppure leggere un libro che mi coinvolge lasciandomi trasportare dalle vicende che vivono i protagonisti del romanzo, o semplicemente mangiare nel silenzio invece che con la tv accesa..
Sono tutti esempi di attività magari non programmate che potresti aver fatto durante le vacanze, e che possono emergere durante l’esercizio di scrittura creativa.
Nel loro piccolo ci possono ricordare ciò di cui abbiamo bisogno, a ricordarci quanto sia importante non dover essere sempre impegnati a pensare o progettare quello che andremo fare, concedendoci di tanto in tanto la libertà di perderci nelle esperienze senza per forza avere una finalità o un obiettivo da raggiungere.